Anjali Mudra: il gesto della preghiera

di: Valeria

tempo di lettura:

21 Marzo 2024

2 minuti

Le classi di Yoga spesso iniziano e terminano con le mani in preghiera, ma vi siete mai chiesti perché? 

Unire le mani nel gesto di “preghiera” al centro del petto in India e in Nepal è un tipico segno di saluto e rispetto verso chi si incontra, riconoscendone il valore a livello animico. Per questo viene spesso accompagnato da un inchino e dalla parola Namaste (oggigiorno inflazionata nel mondo occidentale) che si traduce come “il divino che è in me onora il divino che è in te“.

Questo gesto nelle pratiche Yoga prende il nome di Anjali (o Atmanjali) Mudra

I Mudra (sigilli) delle mani agiscono come una sorta di interruttori che aprono e chiudono determinati circuiti energetici nel cervello, interagendo direttamente con il sistema nervoso

Dal punto di vista delle energie sottili, le mani sono legate ad energie diverse. La destra all’energia di Pingala (insieme a Ida e Sushumna, uno dei principali condotti energetici), al calore, al sole, all’azione (e al futuro). La sinistra a quella di Ida, alla luna, al buio, all’introspezione, all’osservazione (e al passato). 

Anjali mudra promuove l’unione di Maschile e Femminile che si integrano perfettamente e coesistono nel giusto equilibrio. 

Nello spazio che si va a creare fra i palmi, tenendo a contatto solo i polpastrelli, si porta la propria attenzione, dando valore al presente, al nostro vivere adesso, al qui ed ora.

L’unione fisica degli opposti che ritroviamo nel Mudra influenza anche quella dei nostri emisferi cerebrali, riunendoli in un equilibrio totalizzante ed armonico:

– la natura attiva e quella ricettiva del cervello si incontrano,

– la mente raggiunge uno stato di quiete,

– i pensieri sono più chiari,

– la meditazione è agevolata,

– l’amore e l’attenzione verso noi stessi e gli altri sono più forti,

– la consapevolezza e la coscienza del momento presente sono più chiari e tangibili.

Ora forse sarà più semplice dare valore a un gesto quasi automatico che viene ripetuto più volte durante una lezione di yoga (basti pensare al Saluto al sole) o una seduta di meditazione. 

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