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BANDHA: cosa sono?
Luglio 18, 2023
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Quante volte durante una classe di Yoga hai sentito dire di “attivare uno o più Bandha”, senza capire cosa dover fare? È successo sicuramente a tutti, almeno una volta, all’inizio del proprio percorso nello yoga.

ll termine Bandha viene tradotto come “sigillo, chiusura o legame” perché attraverso questa pratica andiamo a incanalare il flusso energetico in un determinato punto del corpo, attraverso la contrazione o la chiusura di determinate aree.

Quando eseguiamo un Bandha, chiudiamo una determinata zona del tronco. In questo modo creiamo come dei circuiti elettrici all’interno del nostro organismo, che attiviamo o disattiviamo in base all’effetto che vogliamo ottenere. Inneschiamo un processo di purificazione che rigenera completamente il nostro stato fisico, energetico e spirituale.

Parliamo sostanzialmente di tre Bandha: Jalandhara Bandha, Uddiyana Bandha e Mula Bandha. Il primo coinvolge il collo e il tratto superiore della spina dorsale, il secondo chiama in causa l’area tra il diaframma toracico e il pavimento pelvico e il terzo invece agisce nella zona fra ombelico e pavimento pelvico.

Vediamoli più nel dettaglio.

Jalandhara Bandha corrisponde al portale nella zona compresa fra la gola e il petto. Qui spesso l’energia tende a disperdersi (ad esempio fluendo eccessivamente verso il cervello, causando stress, ansia, scarsa concentrazione e confusione mentale) oppure ad essere insufficiente (perché magari bloccata a livelli inferiori). La sua funzione è importantissima in quanto funge da filtro che regola il flusso energetico tra mente e cuore. Per eseguire la chiusura, il mento risulta leggermente rientrato, mentre la nuca rimane tesa e la colonna ben dritta.

Uddiyana Bandha si trova nella zona del core e dell’ombelico, un’area energeticamente molto attiva, sede di Manipura Chakra e Agni, il fuoco vitale. La parola rimanda al concetto di “sollevare”: la sua attivazione spinge l’ombelico verso l’interno e verso l’alto, sollevando al contempo anche gli organi interni e aprendo la gabbia toracica. Si genera una sorta di sottovuoto, specialmente quando lo si pratica alla fine dell’espirazione. La corretta esecuzione prevede di espirare contraendo l’addome completamente, in modo da sollevare il diaframma, contrarre i muscoli lombari, rialzare la parte addominale inferiore e creare una sorta di cavità. Risulta utile anche nell’esecuzione di alcuni asana, come Adho Mukha Svanasana.

Mula Bandha deriva dalla parola ‘radice’: esso infatti coinvolge la zona dei genitali e del perineo, sede di Muladhara Chakra, il chakra della radice. Spesso durante una classe di yoga, per rendere il concetto immediato, si dice di “attivare ano, genitali e ombelico”. Ma in realtà il concetto è un po’ più complesso e tecnico. Mula Bandha è una sorta di prosecuzione e sviluppo del precedente Bandha, in quanto qui diaframma e parte superiore dell’addome restano rilassati, ma la zona addominale inferiore viene contratta (essenzialmente quella sotto l’ombelico). Anche in questo caso, come per Uddiyana Bandha, entriamo in questa chiusura in seguito a un’espirazione e alla ritenzione del respiro, per poi mantenerla per qualche respiro successivo, sia nella fase dell’inspirazione che dell’espirazione.

I Bandha ci aiutano quindi a riconoscere la nostra energia interiore, a modificarla e a muoverla in base alle nostre esigenze.

Ti aspettiamo sul tappetino del nostro studio per scoprirli insieme!

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